L’intervento mostra, attraverso un sistema di percorsi, la pluralità della dimensione culturale/naturale del territorio di Atri, può essere considerato una sorta di laboratorio/osservatorio dello spazio/società/ambiente/habitat del territorio e della città. Il progetto elabora differenti piani narrativi, autonomi e al tempo stesso interdipendenti, parte di un unico organismo che si dispiega e si frammenta nello spazio, ruotando attorno alla necessità non solo di elaborare possibili letture del paesaggio, ma di diventarne essi stessi parte. Uno piano è costituito da un sistema di percorsi, storico-culturale e naturalistico-ambientale, che si snoda dal centro cittadino fino al centro visite della riserva dei calanchi, è individuato da una serie di bulloni/chiodi carrabili in ghisa posti sul selciato stradale che ripetono il calco delle monete romane coniate ad Atri o la sagoma dell’istrice, logo della Riserva dei Calanchi. Un altro piano si concretizza tramite istallazioni artistico/didattiche, organizzate principalmente in tre macro gruppi: una serie di strutture dalle molteplici funzioni, sequenze fotografiche, un racconto vero e proprio. Alcune delle istallazioni prendono le forme dal desiderio di rendere manifesta la presenza della natura all’interno del territorio urbano, così alcune istallazioni mutano in congegni atti a propagarne l’azione. I materiali utilizzati sono, ferro, rame, legno di recupero, ceramica, laterizio, pietra. Le istallazioni, posizionate in punti significativi dei percorsi, saranno realizzate da nuove figure di artigiani/artisti/designer, paradossalmente sempre più vicine agli artigiani/artisti della tradizione italiana.
Committenza
Comune di Atri
Gruppo di lavoro
Angelo D’Alonzo, Angela Di Giovannantonio, Marco De Meis, Gianluca Marcone, Elisabetta di Bucchianico, Dario Oggiano, Sergio Campione, Massimo Campione, Alessio Tasca
Anno
2006 – 2008